VI domenica del tempo ordinario
37Gli rispose:
«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore,
con tutta la tua anima
e con tutta la tua mente.
38Questo è il grande e primo comandamento.
39Il secondo poi è simile a quello:
Amerai il tuo prossimo come te stesso.
40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
(Mt 22, 37-40)
Malgrado questo brano sia all'interno del "discorso della Montagna”, sembra aver poco a che vedere con le beatitudini. Infatti, se ascoltando le "beatitudini”, ci siamo sentiti come liberati da un peso enorme, grazie alla forza di parole che ci promettevano una libertà impensabile, in questo brano invece, sembrerebbe che non solo dobbiamo obbedire alla legge e ai profeti, ma anche ad altri precetti.
Probabilmente c'è qualcosa che ci sfugge e, allora, per cercare di risistemare le nostre idee, immaginiamo di vivere ai tempi di Gesù.
La legge era una cosa importantissima; Dio aveva consegnato direttamente a Mosè i dieci comandamenti e il popolo ebreo aveva piena consapevolezza che camminare sulla strada della legge, lo avrebbe reso gradito al Signore. I rabbini, per aiutare il popolo a vivere nella legge, di volta in volta adattavano i comandamenti alle nuove situazioni. Ai tempi di Gesù la Torah, che comprendeva tutti gli insegnamenti scritti e orali, conteneva 613 precetti (mitzvot), ben più numerosi dei dieci comandamenti.
Ora, tanto per immedesimarsi ancor più nella storia, guardiamo il valore simbolico dei numeri. Sia il Talmud, uno dei testi sacri dell'ebraismo, che un Midrash, metodo di studio approfondito della Scrittura, calcolano il valore numerico della parola “torah” uguale a 611. A questo numero si aggiunge il numero 2 che rappresenta i primi due dei dieci comandamenti posti in prima persona ottenendo così il numero 613 uguale a quello dei precetti. Il numero ottenuto, a sua volta, si divide in ...apri il file...

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